Michael Schumacher il barone rosso
Date a un pilota una macchina buona ma non eccelsa, fatelo combattere contro due avversari che guidano una macchina eccelsa, dentro a un torrido pomeriggio di agosto su una pista tortuosa e massacrante. Ditegli via radio che l' unico modo per spuntarla è chiedergli l ' impossibile, dopo aver consultato il manuale dei miracoli.
Se sarà folle quanto voi ma immensamente più bravo a giocare al volante di una monoposto di 800 cavalli probabilmente vi sentirete rispondere via canale con 3 parole. ." Ok ..va bene ".
Questo è ciò che accadde il 16 agosto del 1998 con Michael Schumacher al volante della sua Ferrari F300 in un caldo pomeriggio dell ' Hungaroring, e per quelli come noi, seduti col costume da bagno ancora umido in qualche chiosco di una ormai lontana estate italiana, rimane una delle più belle testimonianze del valore dell ' uomo campione sul mezzo meccanico.
Il leit motiv di quella stagione è piuttosto chiaro. La formidabile Mclaren Mp4 13 progettata da Adrian Newey è il punto di riferimento tecnico del momento e Michael Schumacher può solo affidarsi al suo estro e alla caparbietà della sua squadra per cercare di ribaltare il pronostico.
Si arriva in Ungheria con Schumi distanziato di 16 punti dal leader Hakkinen. Nelle prime battute di gara il copione non cambia. Hakkinen conduce comodamente davanti a Coulthard che tiene a bada a sua volta la Ferrari numero 3. Si va avanti così fino al giro 43, quando dal muretto Ferrari Ross Brawn impartisce il cambio di strategia che rimarrà nella storia. Si decide di anticipare la seconda sosta per cercare di togliere Schumacher dal traffico per farlo viaggiare in condizioni di aria libera. Ciò presuppone il passaggio da 2 a 3 soste e il tedesco sarà chiamato a uno sforzo sovraumano. Passano appena 2 giri e Michael comincia a sgretolare il record sul giro a colpi di decimi. Coulthard, fermatosi a rifornire due giri dopo, rientra in pista alle spalle del campione tedesco. Il primo obbiettivo è stato centrato.
Ora è la volta di Hakkinen, il quale completa la seconda sosta facendo il pieno di benzina. Il finlandese esce dalla Pit lane vedendosi sfrecciare davanti a sé un fulmine rosso fuoco. Quel fulmine è Michael Schumacher ed è salutato da un boato fragoroso del pubblico dell ' Hungaroring.
Ma Schumi ha davanti a sé un compito proibitivo; guadagnare abbastanza margine per rientrare davanti ai due della Mclaren nella terza e decisiva sosta. Ora è primo e corre libero, con una tale intensità mentale che lo fa entrare in una trance agonistica assoluta, come se fosse una lunga sessione di qualifica. I vecchi tubi catodici dei chioschi continuano a mostrare sullo schermo i ripetuti aggiornamenti dei giri più veloci del ferrarista, il quale continua a picchiare i due avversari come un pugile implacabile a colpi di un secondo a giro. Tornata dopo tornata Ross Brawn continua ad aggiornarlo e a spronarlo via radio. Conosce Michael da troppi anni e sa che è in grado di realizzare qualsiasi strategia elaborata dalla sua testa pensante. Intanto Hakkinen comincia a palesare problemi a una sospensione lasciando a Coulthard il compito di gestire " l' affaire Schumacher ". Tuttavia il tedesco va via come un treno, con correzioni spettacolari che esaltano il batticuore del popolo ferrarista. E a proposito di batticuore, c è da mettere in cronaca una breve escursione sulla via di fuga esterna dell ' ultima curva, come se Schumi fosse incontenibile anche per il tracciato stesso.
Intanto al muretto Ferrari la situazione è gestita nei minimi dettagli, con Jean Todt che fa avanti e indietro nella Pit lane per convincere i team manager delle squadre più piccole a non ostacolare il suo pilota durante i doppiaggi.
Al giro 62 si scrive l epilogo della corsa. Schumacher rientra ai box per la terza e decisiva sosta. In poche tornate è riuscito ad accumulare un vantaggio di 23 secondi su David Coulthard. Il rifornimento è un semplice splash and go e il ferrarista varca la linea d ' uscita in solitaria, con la Mclaren di Coulthard che appare dopo quattro secondi e mezzo. I rimanenti 15 giri sono un lungo tripudio rosso che si consuma fino al traguardo, con il pugno alzato del campione tedesco a inneggiare una vittoria importante anche a livello statistico. Schumi infatti ottiene il tredicesimo successo al volante di una rossa, eguagliando Alberto Ascari. Il trionfo è giustamente considerato come uno dei più belli per furore agonistico e sagacia tattica. Alberto Antonini su Autosprint scrisse : " Jimi Hendrix era un musicista e la Fender Stratocaster una chitarra elettrica. Insieme diventarono una leggenda. Michael Schumacher è un pilota e la Ferrari è la sua squadra : insieme, domenica scorsa, hanno scritto una delle pagine più belle dell ' automobilismo anni '90. Schumacher era chiamato a un compito al limite del sovraumano . Ossia mantenere per un terzo di gara un ritmo da qualifica, su una pista che a spingere troppo massacra le gomme e che ha più traffico di una tangenziale alle 9 del mattino . In queste condizioni non basta andar forte. Bisogna mantenere una concentrazione totale, controllando costantemente la posizione e i distacchi via radio. Michael c è riuscito per ventisette volte, cioè quando doveva ha girato sotto il muro dell ' 1 21 . Per nove passaggi è sceso addirittura sotto l ' 1 20, unico tra i piloti in gara. "
Infine, in una dichiarazione a caldo, Ross Brawn fece capire la grande intesa che passava tra egli stesso e il campione : " Quando ho informato Michael del cambio di strategia sono sicuro che lui ha fatto un bel respiro e contato fino a dieci. Poi, via radio, ha risposto solo quello che dice di solito : okay. "
Fu un trionfo dove il grande pilota guidò oltre il proprio livello naturale , sfoderando la sua grande magia. Fu anche la gara simbolo dell 'epopea controversa delle corse in regime di rifornimento, un epoca che personalmente ritengo adatta alle caratteristiche di intensità di guida (mentale e fisica) di un pilota come Schumacher . Ed è per corse come queste che abbiamo imparato a volergli bene.
Se sarà folle quanto voi ma immensamente più bravo a giocare al volante di una monoposto di 800 cavalli probabilmente vi sentirete rispondere via canale con 3 parole. ." Ok ..va bene ".
Questo è ciò che accadde il 16 agosto del 1998 con Michael Schumacher al volante della sua Ferrari F300 in un caldo pomeriggio dell ' Hungaroring, e per quelli come noi, seduti col costume da bagno ancora umido in qualche chiosco di una ormai lontana estate italiana, rimane una delle più belle testimonianze del valore dell ' uomo campione sul mezzo meccanico.
Il leit motiv di quella stagione è piuttosto chiaro. La formidabile Mclaren Mp4 13 progettata da Adrian Newey è il punto di riferimento tecnico del momento e Michael Schumacher può solo affidarsi al suo estro e alla caparbietà della sua squadra per cercare di ribaltare il pronostico.
Si arriva in Ungheria con Schumi distanziato di 16 punti dal leader Hakkinen. Nelle prime battute di gara il copione non cambia. Hakkinen conduce comodamente davanti a Coulthard che tiene a bada a sua volta la Ferrari numero 3. Si va avanti così fino al giro 43, quando dal muretto Ferrari Ross Brawn impartisce il cambio di strategia che rimarrà nella storia. Si decide di anticipare la seconda sosta per cercare di togliere Schumacher dal traffico per farlo viaggiare in condizioni di aria libera. Ciò presuppone il passaggio da 2 a 3 soste e il tedesco sarà chiamato a uno sforzo sovraumano. Passano appena 2 giri e Michael comincia a sgretolare il record sul giro a colpi di decimi. Coulthard, fermatosi a rifornire due giri dopo, rientra in pista alle spalle del campione tedesco. Il primo obbiettivo è stato centrato.
Ora è la volta di Hakkinen, il quale completa la seconda sosta facendo il pieno di benzina. Il finlandese esce dalla Pit lane vedendosi sfrecciare davanti a sé un fulmine rosso fuoco. Quel fulmine è Michael Schumacher ed è salutato da un boato fragoroso del pubblico dell ' Hungaroring.
Ma Schumi ha davanti a sé un compito proibitivo; guadagnare abbastanza margine per rientrare davanti ai due della Mclaren nella terza e decisiva sosta. Ora è primo e corre libero, con una tale intensità mentale che lo fa entrare in una trance agonistica assoluta, come se fosse una lunga sessione di qualifica. I vecchi tubi catodici dei chioschi continuano a mostrare sullo schermo i ripetuti aggiornamenti dei giri più veloci del ferrarista, il quale continua a picchiare i due avversari come un pugile implacabile a colpi di un secondo a giro. Tornata dopo tornata Ross Brawn continua ad aggiornarlo e a spronarlo via radio. Conosce Michael da troppi anni e sa che è in grado di realizzare qualsiasi strategia elaborata dalla sua testa pensante. Intanto Hakkinen comincia a palesare problemi a una sospensione lasciando a Coulthard il compito di gestire " l' affaire Schumacher ". Tuttavia il tedesco va via come un treno, con correzioni spettacolari che esaltano il batticuore del popolo ferrarista. E a proposito di batticuore, c è da mettere in cronaca una breve escursione sulla via di fuga esterna dell ' ultima curva, come se Schumi fosse incontenibile anche per il tracciato stesso.
Intanto al muretto Ferrari la situazione è gestita nei minimi dettagli, con Jean Todt che fa avanti e indietro nella Pit lane per convincere i team manager delle squadre più piccole a non ostacolare il suo pilota durante i doppiaggi.
Al giro 62 si scrive l epilogo della corsa. Schumacher rientra ai box per la terza e decisiva sosta. In poche tornate è riuscito ad accumulare un vantaggio di 23 secondi su David Coulthard. Il rifornimento è un semplice splash and go e il ferrarista varca la linea d ' uscita in solitaria, con la Mclaren di Coulthard che appare dopo quattro secondi e mezzo. I rimanenti 15 giri sono un lungo tripudio rosso che si consuma fino al traguardo, con il pugno alzato del campione tedesco a inneggiare una vittoria importante anche a livello statistico. Schumi infatti ottiene il tredicesimo successo al volante di una rossa, eguagliando Alberto Ascari. Il trionfo è giustamente considerato come uno dei più belli per furore agonistico e sagacia tattica. Alberto Antonini su Autosprint scrisse : " Jimi Hendrix era un musicista e la Fender Stratocaster una chitarra elettrica. Insieme diventarono una leggenda. Michael Schumacher è un pilota e la Ferrari è la sua squadra : insieme, domenica scorsa, hanno scritto una delle pagine più belle dell ' automobilismo anni '90. Schumacher era chiamato a un compito al limite del sovraumano . Ossia mantenere per un terzo di gara un ritmo da qualifica, su una pista che a spingere troppo massacra le gomme e che ha più traffico di una tangenziale alle 9 del mattino . In queste condizioni non basta andar forte. Bisogna mantenere una concentrazione totale, controllando costantemente la posizione e i distacchi via radio. Michael c è riuscito per ventisette volte, cioè quando doveva ha girato sotto il muro dell ' 1 21 . Per nove passaggi è sceso addirittura sotto l ' 1 20, unico tra i piloti in gara. "
Infine, in una dichiarazione a caldo, Ross Brawn fece capire la grande intesa che passava tra egli stesso e il campione : " Quando ho informato Michael del cambio di strategia sono sicuro che lui ha fatto un bel respiro e contato fino a dieci. Poi, via radio, ha risposto solo quello che dice di solito : okay. "
Fu un trionfo dove il grande pilota guidò oltre il proprio livello naturale , sfoderando la sua grande magia. Fu anche la gara simbolo dell 'epopea controversa delle corse in regime di rifornimento, un epoca che personalmente ritengo adatta alle caratteristiche di intensità di guida (mentale e fisica) di un pilota come Schumacher . Ed è per corse come queste che abbiamo imparato a volergli bene.
Scandaloso vedere Todt a imporre alle squadre minori di farsi da parte perché arrivava Schumacher, il fatto poi dei rifornimenti, di una noia assoluta, zero sorpassi in pista, ma vittorie costruite solo a suon di giri veloci, mettiamoci anche che Hakkinen ebbe un problema tecnico, e insomma tutta questa grande impresa mi sembra doveroso ridimensionarla un po'. Mi pare che fece una cosa simile in Francia qualche anno dopo, ecco in quel caso qualche merito in più glielo darei.
RispondiElimina