Green Day: Father of All.... la recensione
Sesso, droga e rock and roll…. Questo è lo spirito con cui è stato concepito il nuovo album dei Green Day.
10 canzoni veloci, divertenti e ballabili, infatti il trio ha messo da parte la propria posizione politica (che ha caratterizzato i Green Day del 21esimo secolo) perché come dichiarato dallo stesso Billie "Trump ha già avuto più di 15 minuti di fama e noi non siamo intenzionati a dargliene ancora".
I brani sono caratterizzati da una stesura dallo stile un po' vintage, andando a quelle che sono le radici del rock and roll cattivo e selvaggio, ma dal sound fresco.
Ecco probabilmente se dovessi descrivere con una parola questo nuovo lavoro "selvaggio" sarebbe proprio quella più adatta.
Si parte con "Father of all…" la title track, è l'inizio e di botto è come trovarsi in un'altra dimensione da quella che ci avevano abituato.
"Fire, ready, aim" E' arrembante, ritmata e veloce, infatti si meritata il posto come sigla per l'NHL, ma meriterebbe anche di sponsorizzare qualche pubblicità per un'auto sportiva americana o un videogioco di auto.
"Oh Yeah!" Dà spazio al glam rock che ha caratterizzato gli anni '80 una chiara citazione a Joan Jett e Gary Glitter, in chiave attuale.
"Meet me on the roof", dal ritmo incalzante mescola un po' di r'n b con il rock and roll e le armonizzazioni dei Beach Boys.
"I was a teenage teenager", ispirata un po' ai Beach Boys e Ramones a mio parere un po' troppo ordinata, ma qui si iniziano a sentire i classici Green Day.
"Stab you in the heart" è sicuramente quella che vi farebbe ballare anche con le stampelle, questa dà il via alla festa di questi Green Day lussuriosi, con un riff travolgente di rock and roll.
"Sugar Youth" è forse la canzone che più rispecchia i Green Day, ma questa è ancora più cattiva del brano precedente.
"Junkies on a high" è senz'altro il brano più scuro dell'album, con un riff tormentato, potrebbe sembrare un passo falso, ma non lo è, serve solo un po' a cambiare atmosfera.
"Take the money and crawl" è forse il brano più selvaggio e crudo dell'album, dove si trova un punto d'incontro tra rock and roll e blues, mixato sapientemente con la miscela esplosiva dei Green Day.
"Graffitia" è un inno alla Bruce Springsteen, The Who, Motown, i Clash (quelli di Combat Rock) un po' dance, un po' synth, un po' prog.
Insomma un disco lussurioso, selvaggio, che omaggia quelli che erano i fasti del rock and roll del passato, visti in chiave moderna, un album breve, ma divertente che ti farà ballare come se fossi in discoteca.
Tante citazioni a gruppi del passato, ma sono riusciti a mantenere la loro essenza che li ha caratterizzati nei loro 30 anni di carriera: un'esplosione… Quell'esplosione presente nelle loro copertine (Dookie, American idiot….) anche qui la ritroviamo! In una cover che ti fa già capire l'andazzo… Questi Green Day non vanno presi troppo sul serio.
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